A parità di durata e intensità dell’allenamento conviene allenarsi due o cinque giorni alla settimana? Sfortunatamente, non vi è per ora risposta al quesito.
Malgrado alcuni ricercatori riferiscano che la frequenza degli allenamenti sia importante per stimolare il condizionamento cardiovascolare, altri invece pensano che questo fattore sia meno importante dell’intensità e della durata.
Studi basati su programmi di allenamento intervallato hanno rivelato che due allenamenti settimanali inducevano lo stesso aumento del massimo consumo di ossigeno di cinque allenamenti settimanali.
In altri studi, a parità di lavoro totale svolto, non si rivelano differenze variando la frequenza degli allenamenti da due a quattro o da tre a cinque volte alla settimana.
Come era il caso per la durata dell’allenamento, l’aumento della frequenza degli allenamenti risulta utile se l’intensità del lavoro è relativamente bassa.
Pertanto, in base ai dati disponibili, non sembra che l’aumento della frequenza degli allenamenti risulti particolarmente utile nel migliorare le capacità prestative (per esempio tre piuttosto che sei giorni alla settimana).
Tuttavia, se l’attività fisica è parte di un programma finalizzato alla riduzione della massa corporea, un’elevata frequenza degli allenamenti risulta utile perché aumenta il consumo calorico totale.
Per realizzare una significativa perdita di peso mediante l’attività fisica, si raccomandano sessione di almeno 60 minuti e un dispendio energetico di almeno 300 kCal o più.
Infine, un programma di allenamento di un solo giorno la settimana non è sufficiente a modificare significativamente capacità aerobiche, anaerobiche e composizione corporea.
Tipicamente, un programma di condizionamento aerobico si articola su tre giorni alla settimana, con un giorno di riposo tra i giorni di lavoro.
Una domanda ragionevole è la seguente: allenamenti in giorni consecutivi sono ugualmente efficaci? Da uno studio su questo preciso argomento risulta che in termini di risultati, ossia di aumento del massimo consumo di ossigeno, non dalla sequenza di giorni di lavoro e giorni di riposo.
Ciò suggerisce che, presumibilmente, lo stimolo allenante nel condizionamento aerobico è principalmente legato alla mole e all’intensità del lavoro, non alla sequenza di giorni di allenamento.