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Esercizio e dieta proteggono la memoria in età avanzata

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La mancanza di attività fisica è un fattore di rischio per il declino cerebrale e anche per la malattia di Alzheimer.
Al contrario, diversi studi indicano, seppur con una variabilità individuale ancora non del tutto compresa dai ricercatori, che chi fa attività fisica può proteggersi almeno in parte da questi fenomeni degenerativi.
I vantaggi dell’attività fisica sono rilevanti anche quando viene iniziata durante l’età adulta o ancora più in là con gli anni.
“L’attività fisica può prevenire la perdita della neuroplasticità e contribuire a mantenere il buon funzionamento della memoria” sostengono neurobiologi tedeschi e americani, guidati da Emrah Duzel direttore dell’Institute of Cognitive Neurology and Dementia Research dell’University Hospital di Magdeburgo, in un articolo pubblicato sulla rivista Brain.
Esiste una correlazione tra la condizione di allenamento cardiovascolare, le dimensione dell’ippocampo rilevabili con la Risonanza Magnetica e i punteggi ottenuti ai test di memoria.
Inoltre l’attività fisica può contribuire a ridurre nel cervello l’accumulo della temuta proteina beta-amiloide, che inizia anche nella fase preclinica della malattia di Alzheimer, quando il disturbo della memoria non è ancora evidente neppure agli specifici test.
Infine un altro vantaggio per il cervello è indiretto: chi fa attività fisica migliora alcuni parametri metabolici, come la resistenza all’insulina, che a loro volta hanno un effetto positivo sulla quantità della memoria.

Tratto dal Corriere Salute

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Coach Paolo Lazzarin

Allenatore e Preparatore Atletico Professionista esperto in tecnologia del rendimento, Sport Scientist e Digital Coach.
Autore e creatore di Human Performance, un innovativo metodo di sviluppo della prestazione individuale e collettiva.

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