Guai a saltare la prima colazione. Anzi, la scelta giusta è farla piuttosto abbondante, a maggior ragione se dobbiamo perdere peso. A questa conclusione, non proprio ovvia, è giunto uno studio israeliano presentato all’ultimo congresso dell’Endocrine Society statunitense, condotto su un gruppo di obesi con diabete di tipo 2 in trattamento con insulina: pazienti quindi abbastanza difficili da far dimagrire, per i quali, tuttavia, la dieta ispirata al vecchio proverbio «colazione da re e cena da povero» ha certamente funzionato. Chi infatti ha seguito un regime alimentare in cui la prima colazione era calorica, il pranzo meno abbondante e la cena molto leggera ha perso circa cinque chili in tre mesi, i volontari che hanno seguito una dieta dimagrante standard con sei piccoli pasti al giorno non sono riusciti a calare di peso (anzi, in media hanno guadagnato circa un chilo), nonostante l’introito calorico quotidiano complessivo fosse identico.
Per di più, le colazioni abbondanti hanno regalato anche considerevoli benefici metabolici: la glicemia a digiuno è scesa a livelli quasi normali (da 161 a 107 milligrammi/decilitro) così come la glicemia media, di giorno e di notte, ed è diminuito pure il fabbisogno di insulina.
Tutti effetti peraltro quasi immediati dopo l’inizio della dieta, indicativi del fatto che i vantaggi sul metabolismo degli zuccheri sono rapidi e preludono al dimagrimento, possibile anche perché mangiando parecchio al mattino ci si sente sazi più a lungo. Il senso di fame riferito dai volontari che hanno seguito il regime in cui le calorie si riducevano verso sera era infatti molto minore rispetto a quello di chi mangiava in maniera più omogenea durante la giornata, che peraltro aveva pure un desiderio di carboidrati molto più marcato.
Insomma, vantaggi su tutta la linea perché, come ha spiegato l’autrice, Daniela Jakubowicz dell’università di Tel Aviv, «Il momento del giorno in cui si mangia e la frequenza dei pasti contano moltissimo: una fetta di pane al mattino porta a un incremento della glicemia inferiore ed è meno ingrassante rispetto alla stessa fetta di pane consumata la sera». «La prima colazione è il “segnapassi metabolico” della giornata» conferma Massimo Vincenzi, consigliere della Fondazione Adi (Associazione Nazionale di Dietetica e Nutrizione Clinica).
«La maggior parte delle calorie andrebbe introdotta entro le due, le tre del pomeriggio perché è nelle prime ore della giornata che si consumano più calorie e il metabolismo è più attivo; poi il fabbisogno scende ed è per questo che si deve essere man mano più parchi. «Saltare la colazione, come purtroppo fa la maggioranza degli italiani — sottolinea Massimo Vincenzi — “sballa” tutto perché ci si ritrova voraci a pranzo, si mangia di più anche a cena e così si ha pure meno fame il mattino successivo, innescando un circolo vizioso che porta a introdurre calorie quando è meno opportuno farlo, ovvero nella seconda parte del giorno. Rendendo così vano qualsiasi tentativo di dimagrire: molte persone con problemi di peso dicono spesso di non fare colazione e non è un caso che non riescano a perdere i chili di troppo».
Tratto dal Corriere Salute del 29 Aprile 2018